domenica 6 dicembre 2015

Recensione "Cujo"

Titolo: Cujo
Autore: Stephen King
Editore: Sperling & Kupfer
Anno Pubblicazione: 1992 (Italia)
Numero pagine:376
Genere: Horror
Trama
A Castle Rock, una sonnolenta cittadina del Maine, la vita scorre sui soliti binari. Cujo, il docile San Bernardo del meccanico, scorrazza libero per la campagna, finché una notte il suo padroncino, aprendo la porta del ripostiglio, non vede emergere dalle tenebre due occhi infuocati. Chi è la creatura diabolica che da quel momento comincia a seminare ovunque terrore e desolazione? È forse Cujo che, diventato idrofobo, si è trasformato nell'incarnazione stessa del male?
Recensione
Cujo è un tenero San Bernardo di quasi 100 kg che appartiene alla famiglia dei Camber, docile, disposto ad ubbidire agli ordini e anche a farsi cavalcare da un piccolo bambino di nome Tad. Ma raramente le cose proseguono per il verso giusto, e in questo libro più degli altri che ho letto di Stephen King, il vero "mostro" è il Fato. Quel Fato maledetto che fa si che in un giorno qualunque, mentre Cujo inseguiva un coniglio, finisse nel posto sbagliato al momento sbagliato facendosi  mordere da un pipistrello idrofobo. Lo stesso Fato che tira i fili di tutta la storia, dalla vincita alla lotteria della signora Camber, al viaggio di lavoro di Vic (padre di Tad), al guasto alla macchina di Donna (madre di Tad), alla pazzia di Steve Kemp ecc... Tutta la storia non è che un insieme di brutte coincidenze, in cui emerge il tentativo disperato di Cujo di resistere alla malattia, la povera vittima che alla fine, inevitabilmente, si trasforma in carnefice. 

Ma alla fine, siamo davvero sicura che sia colpa del Fato? Che magari, non ci sia qualcun altro che abbia voluto che accadesse tutto ciò, magari un certo Frank Dodd?
Magari qualcuno ha già sentito parlare di lui... 
Stephen King è stato tremendamente abile a descrivere ogni singolo pensiero di tutti i personaggi, persino quelli del cane. Abile, a tal punto che ti spinge a leggere pagina dopo pagina con i suoi continui richiami al futuro, ("e quella sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe visto vivo") con le storie che si avviluppano una sull'altra. Quando si legge questo libro, è come vedere un film, è talmente chiaro nella sua esposizione, che le immagini ti si formano nella mente e riesci a distinguere perfettamente le vicende che accadono...

"Era tutta una bugia. Il mondo era pieno di mostri e non c'era niente che potesse impedirgli di mordere gli innocenti e gli incauti."
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